In un attimo: dimensione delle classi e azzardo morale nel Mezzogiorno
Una strategia identificativa basata sulle variabili strumentali (IV) che sfrutta il tetto massimo legale della dimensione della classe mostra come l’apprendimento sia superiore nelle classi più piccole delle scuole elementari italiane. I guadagni delle classi più piccole sono guidati principalmente dalle scuole del Sud Italia, suggerendo un sostanziale ritorno a classi di rimensioni più ridotte nel Mezzogiorno. Oltre alla elevata disoccupazione e altri problemi sociali, tuttavia, il Mezzogiorno si distingue per una manipolazione diffusa dei punteggi ai test standardizzati, come rivelato in un esperimento naturale che ha assegnato in modo casuale dei sorveglianti ai test nelle scuole. Le stime derivanti da IV mostrano come nelle piccole classi aumenti la manipolazione del punteggio. Le stime di un modello causale per stimare l’apprendimento con due variabili endogene, dimensione della classe e manipolazione dei punteggi, suggeriscono che gli effetti della dimensione delle classi sull’apprendimento misurato sono guidati esclusivamente dal rapporto tra la dimensione della classe e la manipolazione. Un punteggio disonesto sembra essere più una conseguenza del fatto che l’insegnante voglia sottrarsi al test più che ad una forma di frode. Questi risultati mostrano come una conseguente manipolazione del punteggio possa sorgere anche in sistemi di valutazione che non presentano particolari preoccupazioni riguardo alla responsabilità della scuola di non lasciare indietro nessuno studente (e.g. logiche come “No Child Left Behind”).