Il programma "Liste di Mobilità": un'analisi dell'impatto della sua componente passiva
Le liste di mobilità sono una misura italiana relativa al mercato del lavoro introdotte agli inizi degli anni Novanta per far fronte al problema della disoccupazione. Il programma include una componente passiva e una attiva. La durata dell’eligibilità dipende dall’età del lavoratore al licenziamento, mentre le indennità variano in base alla dimensione dell’azienda che ha licenziato il lavoratore. La componente passiva offre un’indennità con un elevato tasso di sostituzione ma solo per quei lavoratori che sono stati licenziati da aziende con più di 15 dipendenti. A questa si aggiunge una componente attiva che fornisce alle aziende che assumono lavoratori in lista di mobilità, sia con un contratto permanente che temporaneo, e con un sussidio di disoccupazione una riduzione sostanziale nei contributi più il 50% dell’indennità residua che il lavoratore avrebbe ricevuto se fosse rimasto disoccupato.
Utilizzando dati panel, identifichiamo l’impatto dell’ammissibilità prolungata al programma in base all’età del lavoratore al licenziamento, alla probabilità di essere riassunto e dei salari, con una Regression Discontinuity design. Controlliamo il disegno con una serie di test sovraidentificazione. Per la maggior parte dei sottogruppi non troviamo un impatto significativo, con un pattern particolare per le donne aventi diritto all’indennità. Un notevole impatto negativo emerge per i lavoratori con più di 50 anni che ricevono l’indennità, probabilmente a causa del fatto che essi utilizzare il programma come un ponte verso il pensionamento. Ulteriori ricerche sono in corso riguardo l’effetto differenziale di essere stato licenziato da una grande o una piccola azienda, dato che l’ampiezza dell’azienda è la variabile rilevante per l’ammissibilità alla componente passiva.
Al progetto collaborano anche Nadir Zanini e Adriano Paggiaro (Università di Padova).