Indagine panel sulle microimprese trentine

Le microimprese hanno un ruolo importante nell’economia italiana, sia a livello regionale che nazionale, in quanto rappresentano la quota maggiore all’interno della popolazione totale delle imprese. Nel 2019 costituivano rispettivamente il 93,0% delle imprese trentine e il 94,3% di quelle italiane, occupando il 45,1% degli addetti in Trentino e il 47,2% in Italia. Tuttavia, le indagini che ne descrivono in dettaglio i comportamenti e le performance economiche sono veramente poche.

 

Il progetto

Per colmare questa lacuna, FBK-IRVAPP e l’Ufficio Statistica della Provincia di Trento hanno realizzato l’indagine longitudinale sulle microimprese trentine. L’indagine è rappresentativa della popolazione totale delle microimprese ed è stata condotta per la prima volta nel 2010, ripetuta nel 2011 e, da allora, si svolge ogni due anni.

Il campione è stratificato per settore, addetti ed età dell’impresa ed è composto in media da 2000 unità con un tasso di risposta che varia dal 75 all’85% a seconda dell’anno d’indagine.

I dati coprono un’ampia gamma di aree di interesse tra cui dipendenti, investimenti, costi operativi, situazione finanziaria, mercato di riferimento e concorrenza, sussidi pubblici, aspettative e crescita economica, rapporti con soggetti terzi, avversione al rischio e l’adozione di ITC. Inoltre, l’indagine comprende anche alcune domande sulle caratteristiche dell’imprenditore (età, istruzione, esperienze precedenti, proprietà dell’azienda e motivazioni a svolgere l’attività imprenditoriale).

Alcuni argomenti rimangono costanti nel corso delle wave, ma ci sono questioni particolari che sono specifiche della singola wave. Ad esempio, nel 2021, una parte dell’indagine si è concentrata sulle strategie adottate dalle microimprese per far fronte alle conseguenze economiche della pandemia di Covid-19 e sull’adozione di misure offerte dalle istituzioni locali e nazionali.

 

Risultati principali

Panel 2021 (anno 2020) – L’emergenza Covid-19 nelle microimprese in Trentino

Le limitazioni agli spostamenti e le altre misure restrittive hanno avuto un forte impatto non solo sull’operatività economica delle unità produttive, ma anche sui loro sistemi organizzativi. L’impatto del Covid-19 sull’operatività delle imprese nelle province di Trento e di Bolzano è stato marcatamente più intenso per l’elevata diffusione di attività produttive legate al turismo che sono risultate le più penalizzate dalle limitazioni alla mobilità.

  • Tra giugno e ottobre 2020 il 59% delle imprese in Trentino ha registrato una contrazione del fatturato, di cui il 10% di intensità superiore al 50%. Per poco più del 23% delle imprese il Covid non ha avuto particolari conseguenze sui ricavi e il 18% circa delle imprese è stato in grado di incrementare il proprio giro d’affari.
  • La prolungata fase della pandemia ha prodotto un insieme di effetti negativi sull’attività delle imprese: se nell’estate 2020 la preoccupazione maggiore (per il 44,5% delle imprese trentine) era connessa alla riduzione della domanda sia sui mercati esteri che sul mercato nazionale, ad un anno di distanza (giugno-ottobre 2021) le problematiche più sentite si concentrano sulla forza lavoro. Ciò che preoccupa le imprese trentine, in misura decisamente più marcata rispetto al resto d’Italia, è soprattutto il reperimento di figure professionali adeguate e la loro formazione (38,5% delle imprese trentine rispetto al 28,9% delle imprese nazionali). Sembrano rientrati invece i problemi legati alla liquidità anche grazie alle misure di sostegno pubbliche.
  • Più rilevanti diventano le criticità relative all’approvvigionamento degli input produttivi, dovute all’interruzione delle catene globali del valore occorse durante la prima fase pandemica, che rappresentano un elemento di grande incertezza per oltre il 21% delle imprese, soprattutto del comparto industriale. A livello nazionale le strozzature legate al reperimento degli input produttivi preoccupano il
    27,5% degli imprenditori.
  • Nell’estate 2020 il 33,1% delle imprese trentine ha utilizzato la CIG e altri strumenti analoghi per cercare di rendere compatibile l’attività lavorativa al contesto eccezionale causato dalla pandemia. I miglioramenti sul fronte del contenimento dei contagi hanno favorito la progressiva riduzione del ricorso alla Cassa integrazione che, ad un anno di distanza, scende al 19,1%. Anche a seguito delle perdite di fatturato, il 20,9% delle imprese trentine ha ridotto le ore di lavoro e un 15,4% non ha rinnovato i contratti a termine riducendo il personale. Dopo un anno di distanza entrambe le soluzioni per contenere i costi del personale si sono fortemente ridimensionate.
Date: Dal 2010

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